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Condannato l'”Organista del Vaticano”: il finto monaco dovrà pagare un risarcimento di oltre 6 milioni

Truffa e riciclaggio, fino al furto di 4 milioni e mezzo ad una 82enne di Salerno: è stato condannato Massimiliano Muzzi, che online si presenta come finto monaco e organista di papa Ratzinger.
A cura di Beatrice Tominic
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Il finto monaco in due foto dal sito personale. A sinistra il frame di un video in cui suona.
Il finto monaco in due foto dal sito personale. A sinistra il frame di un video in cui suona.

Abusivismo finanziario e autoriciclaggio: questo i reati per cui è stato condannato a sei anni di carcere Massimiliano Muzzi. Oltre alla pena, dovrà risarcire le dieci persone truffate, che nel processo si sono costituite parte civile, per più di sei milioni di euro: fra loro anche un'ottantasettenne di Salerno che aveva consegnato nelle mani del finto monaco la sua eredità dal valore di. circa 4 milioni e mezzo di euro.

Muzzi, che sul suo sito online si presenta come un musicista monaco presbitero e "maestro di Esicasmo Trascendentale", da molti conosciuto come "organista del Vaticano" o di papa Ratzinger ma anche barone di Strichen, è finito a processo con l'accusa di procurare investimenti, poi rivelatisi falsi, a persone abbienti. I soldi che riceveva, invece, li avrebbe destinati all'apertura di attività imprenditoriali fra Umbria e Toscana e ad alcuni conti alla isole Mauritius.

Condannato a sei anni per truffa l'organista "di papa Ratzinger"

Muzzi è finito sotto processo con l'accusa di aver costituito e partecipato ad un'associazione finalizzata alla truffa e all'autoriciclaggio. Finiti i prescrizione, invece, i reati di associazione a delinquere, truffa e ostacolo all'esercizio delle funzioni dell'autorità di vigilanza. Le indagini sull'uomo erano scattate nel 2014, dopo unispezione della Consob, Commissione nazionale per le società e la Borsa, e dalla Guardia di Finanza, come ricorda in un articolo per l'edizione locale de la Repubblica Teresa Fallavollita, a cui è seguita un'inchiesta in procura.

Il processo: la condanna e la confisca dei beni

Nel 2018 il gip di Roma aveva già disposto nei suoi confronti un sequestro preventivo di 72 milioni. Dopo la condanna di ieri, invece, a suo carico i giudici hanno ordinato anche la confisca dei beni e delle somme di denaro in possesso di Muzzi, per un valore che supera i 12 milioni di euro.

Individuate in un primo momento responsabili civili, la sentenza ha giudicato estranee le banche e, di conseguenza, rigettate tutte le richieste risarcitorie nei loro confronti.

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